Nel 1970 per la prima volta non ci fu un solo yacht club a lanciare la sfida al Defender (così è chiamato il sindacato che detiene la coppa) e si diede quindi vita ad una competizione preliminare volta a selezionare lo sfidante migliore; dal 1983 questa competizione prende il nome di Louis Vuitton Cup (dal nome del main sponsor).

Nel 1983 arrivò Azzurra e, accanto al calcio e alla Formula 1, amori istituzionali del bel paese, si fece largo una barca colorata come il cielo, che fin dal nome richiamava a sé quello spirito d’unità nazionale che aveva fatto grande, da sempre, l’Italia dello sport.
Una barca voluta da S.A. l’Aga Khan e da Gianni Agnelli, che ottenne risultati inimmaginabili. La squadra di Azzurra arrivò a un passo dalla conquista della Coppa America, capeggiati dallo skipper Cino Ricci e dal timoniere Mauro Pelaschier, con una struttura organizzativa sostenuta da 17 aziende, affidata a Gianfranco Alberini, Luca Cordero di Montezemolo e Riccardo Bonadeo.

Azzurra, scafo appartenente alla classe dei 12 Metri Stazza Internazionale progettato dal team di Andrea Vallicelli, scese in acqua il 19 luglio 1982 a Pesaro e iniziò la sua avventura il 18 giugno 1983 a Newport, nel Rhode Island (USA). All’esordio di un sindacato italiano in Coppa America, Azzurra si classificò terza nella Louis Vuitton Cup vincendo 24 regate sulle 49 disputate. Le ambizioni di Azzurra s’infransero nelle semifinali contro gli inglesi di Victory ’83, che, grazie alla maggiore esperienza e a una buona dose di fortuna, fermarono la corsa di quella che ormai era diventata la barca di tutti gli italiani. Fu Australia II condotta dallo skipper John Bertrand a vincere la Coppa America, ponendo fine al predominio del New York Yacht Club durato ben 132 anni.