Con questa goletta di 29 metri, oltre a cinque per il bompresso, iniziò la saga della regata più famosa del mondo: progettata da George Steers, strappò agli inglesi nel 1851 la Coppa delle Cento Ghinee (che da allora si chiamerà Coppa America) attorno all’Isola di Wight.
Ma come era fatta questa Goletta?

Una prua affilata, il bordo libero basso e il piano velico semplice, privo di controrande. Il baglio massimo era di 6,85 metri. La nave, costruita in vari legni tra cui cedro venne varata nel 1851, nel cantiere William H. Brown: era lunga in totale 30,86 metri (27,38 al galleggiamento), pescava 3,33 metri e presentava un piano velico di 492 mq.
L’originale goletta America rimase distrutta nel crollo di un capannone in Maine, dove era in rimessaggio negli anni ’40: la copia che è stata mostrata al VELAFestival è universalmente riconosciuta come l’unica riproduzione della mitica barca (Dennis Conner se ne è fatta costruire un’altra, ma differisce in alcuni dettagli e questo ha fatto sì che non potesse chiamarla “America”).
Fu una vera e propria rivoluzione: dopo il varo di America, i cantieri iniziarono a realizzare barche per gli appassionati di yachting mentre fino a prima del 1851 si limitavano a riadattare imbarcazioni da lavoro per scopi diportistici. Subito dopo la Coppa delle Cento Ghinee, lo schooner subì una modifica dell’armo velico (venne ridotta la tela per facilitare la navigazione con equipaggi meno numerosi).